ECONOMIA

Crisi greca: antefatti e cause

Una battaglia fra Dei e Giganti dal fregio del tesoro dei Sifni di Delfi. La crisi secondo il mito? Immagine tratta da Wikimedia Commons: autore Ricardo André Frantz.

Una battaglia fra Dei e Giganti dal fregio del tesoro dei Sifni di Delfi. La crisi secondo il mito? Immagine tratta da Wikimedia Commons: autore Ricardo André Frantz.

Un breve racconto in due post di ciò che è stata ed è tuttora la crisi greca, a partire dalle cause fino agli ultimi provvedimenti adottati. Vedremo così che le ragioni di quanto sta ancora accadendo vanno ricercate prima di tutto nella struttura economica e politica greca, di cui bisognava tener conto nel momento in cui si è deciso di ammettere la Grecia nell’Euro.

La Grecia fino a qualche anno fa aveva un’economia in crescita (persino con una punta del 6%, come nel 2003) ed era giudicata come una delle economie più in salute dell’eurozona. La crisi finanziaria del 2008 ha mostrato i gravi problemi che, fino a quel momento, erano rimasti nascosti. Mentre per altri paesi la crisi finanziaria è stata grave ma non drammatica, la Grecia ne ha sofferto particolarmente poiché la sua economia si basa soprattutto sul turismo e sulla distribuzione. Entrambi questi settori sono particolarmente esposti ai cambiamenti economici nel breve termine: solo nel 2009 hanno subito una contrazione superiore al 15%. In corrispondenza al crollo di questi settori, la spesa pubblica è aumentata ed il debito pubblico è cresciuto a 262 miliardi di euro nel 2008 contro i 168 del 2004: uno straordinario aumento del 54% in soli 4 anni.

Conti truccati

Ovviamente, da soli, questi dati non sono sufficienti per spiegare una crisi di queste dimensioni. Negli scorsi anni infatti la Grecia ha falsificato – e di molto – i suoi conti per rientrare nei parametri previsti dal Trattato di Maastricht, e di conseguenza per entrare nell’Euro nel 2001. Il governo greco ha ammesso già nel 2004 che il rapporto deficit/PIL non era mai stato inferiore al 3% sin dal 1999, il massimo richiesto dalle condizioni europee. Dopo la fine nel 2009 della legislatura guidata dal partito di centrodestra Nuova Democrazia, il nuovo premier eletto George Papandreou (PASOK, socialisti) ha dovuto annunciare con un certo imbarazzo che il precedente governo aveva mentito sulle cifre. Infatti, per quell’anno, il rapporto deficit/PIL corrispondeva ad un incredibile 12% poi diventato addirittura 15,4%. Una delle cause dei rapporti falsati va cercata nella dipendenza dalla classe politica dell’istituto nazionale greco per la statistica, un organismo condizionato nel corso degli anni e diventato indipendente solo nel 2008.

Inoltre, va aggiunto che è stato provato all’inizio del 2010 che dal 2001 la Grecia avrebbe corrotto l’agenzia di rating Goldman Sachs ed altre banche di investimento, affinché queste non rivelassero la quantità di denaro che Atene realmente chiedeva in prestito dai mercati. I bassi tassi d’interesse ottenuti in questo modo inoltre non erano usati per ripianare il debito già esistente, ma per accedere ad ulteriori prestiti presso le banche straniere per continuare ad alimentare la spesa pubblica. I soldi venivano così impiegati per aumentare i salari dei dipendenti statali, e per mantenere un Welfare State che era fra i più “generosi” in Europa.

Problemi strutturali

In base ai dati pre-crisi si stima che in Grecia l’evasione fiscale sottragga fino a 30 miliardi di euro all’anno. La cifra, già di per sé considerevole, diventa astronomica, in rapporto alla popolazione esigua (undici milioni di abitanti) ed al prodotto interno lordo che si attesta a 300 miliardi di euro. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il 75% dei lavoratori autonomi greci dichiarava meno di 12mila euro, limite sotto il quale scatta l’esenzione fiscale. Sempre secondo dati pre-crisi, il Brookings Institution stimava che l’economia sommersa avesse in Grecia una dimensione pari al 27,5% del PIL: la più grande percentuale dell’intera eurozona.

La dimensione pubblica

Un altro problema strutturale per l’economia greca è, come in parte già abbiamo visto, quello della spesa pubblica. Fino a qualche anno fa l’80% delle spese statali era destinato a salari e pensioni del settore pubblico: oltre 700mila persone lavoravano nella pubblica amministrazione, e 25.000 di queste erano state assunte tra il 2010 e il 2011, quando la situazione economica del paese era già disastrosa e il primo prestito internazionale era già stato erogato. Questi numeri servono ancora una volta a comprendere che la dimensione pubblica è importantissima per la Grecia. Infatti, due terzi del PIL greco derivano dal terziario ed in particolare dal settore pubblico, tanto che lo Stato rappresenta tuttora il principale datore di lavoro, come dimostra l’alto numero di dipendenti statali presenti nel Paese.

Significativo in tema di spesa pubblica poi è il caso della difesa: la Grecia – anche per motivi storico-culturali che risalgono alla difficile convivenza con il vicino e passato dominatore turco – stanzia cifre consistenti per la difesa, in assoluto tra le maggiori in Europa.

Nella prossima parte vi riassumerò in breve gli ultimi sviluppi, avvenuti sul finire del 2012, riguardo ad una crisi che rimarrà emblematica nella storia dell’Unione Europea.

Eugene Renegade

7 thoughts on “Crisi greca: antefatti e cause

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